Le parole del capitano algherese alla vigilia dell’esordio nel campionato nazionale di Serie B. Intervista a cura di Franco Coradduzza
Buonasera Gianluca “Gip” Idili, complimenti per la stagione passata e…Benvenuti nel futsal nazionale!
Trentuno anni (nel pieno della maturità calcistica), algherese, numero 10 e capitano dell’unica rappresentante del nord Sardegna (nonché debuttante) in un campionato nazionale di Futsal;
Come ci si sente a dover rappresentare la propria città, la propria identità in giro per la penisola?
“Sicuramente è motivo di orgoglio per il sottoscritto, Algherese puro, poter vestire e difendere la maglia della mia città, ancor di più se in una competizione di interesse nazionale; Credo sia ambizione di ogni sportivo, figuriamoci per me che la ritengo la mia seconda pelle da oltre 10 anni!”
Lombardia, Piemonte, squadre sarde di comprovata esperienza… Che tipo di campionato vi aspettate dal punto di vista tecnico e quanta differenza in termini di intensità immagini di riscontrare all’interno del rettangolo di gioco?
“Sappiamo bene (grazie anche alla competenza del tecnico Rino Monti) che il livello della contesa richiederà tantissimo impegno e sacrificio; D’altronde da più di un mese ci alleniamo per arrivare pronti alla competizione. L’intensità…beh, sarà sicuramente altissima e questo richiederà uno sforzo maggiore da parte di tutta la rosa perché “ci sarà bisogno di tutti” non è solo una frase fatta.”
Durante l’estate ci sono state delle modifiche sostanziali al roster, avete perso giocatori del calibro di Fabio Jorge (capocannoniere della squadra, con una media-gol impressionante) e Filippo Chighini, tornato alla base Leonardo dopo essersi imposto ai massimi livelli regionali. Come valuti la campagna di rafforzamento attuata dalla società? Quale pensi possa essere la possibile rivelazione tra i tuoi nuovi compagni?
“Non nascondo che perdere due giocatori come Fabio (per via della riforma) e Pippo sia stato per noi un duro colpo, ma la società in quest’anno di svolta ha cercato di mantenere solida la base di giocatori dello scorso anno, andando ad integrare qualche nuovo giovane interessante. Se penso a una rivelazione quindi non posso non citare Christian Russu arrivato da noi lo scorso dicembre; E’ appunto giovane ma si è dato tantissimo da fare fin da subito, dimostrando progressi rapidi anche grazie al lavoro di Mister Monti. Personalmente mi aspetto conferme più che rivelazioni, abbiamo giocatori che hanno già maturato diverse esperienze nei campionati nazionali e che sicuramente diranno la loro come Fiori, Marogna, Becca, Pilo, Canu e il portiere Buti (quest’ultimo colpo di mercato estivo per i catalani)…poi penso che sarà una stagione importante per Molina, un giocatore che reputo di altre categorie: sarà la nostra arma.”
Primo anno di Serie B, staff tecnico riconfermato, “vecchi” princìpi assimilati e altri ancora da imparare… a cosa ambisce la Futsal Alghero ?
“Mister Rino Monti lo scorso anno ha svolto un programma propedeutico al campionato che andremo ad affrontare. È un mister molto preparato, che sa farsi capire e seguire. Lui ci ha fornito mezzi e soluzioni, ora spetta solo a noi mettere in pratica tutto quello appreso fino ad ora. Giorno dopo giorno lavoreremo per raggiungere il prima possibile la quota salvezza, solo il campo e il nostro lavoro diranno a che punto siamo nel percorso di crescita.”
Difficoltà nel “rimodernare” i palazzetti, pochi numeri in termini di presenze sugli spalti, settori giovanili che faticano a rimpinguarsi di nuove leve; 8 sole squadre di futsal (1 in serie D, 1 in C2, 4 in C1, una di B e una nel femminile) a rappresentare il territorio turritano… Quali pensi siano le reali motivazioni delle difficoltà nel “fare calcio a 5” nel capo di sopra?
“È evidente come la carenza di strutture elegibili sia uno dei problemi maggiori nel nord Sardegna e noi ne siamo l’esempio dato che andremo ad affrontare le gare casalinghe a Usini in attesa che il comune ci aiuti nel trovare una soluzione per giocare nella nostra città. Allo stesso modo è difficile creare dei settori giovanili cercando di avvicinare giovani ragazzi (sempre attratti dal calcio a 11) al Futsal poiché viene ancora visto da molti come il ‘’calcetto’’ da praticare a fine carriera per tenersi in forma, ma vi assicuro che non è così! Quest’anno il Nord Sardegna ha portato avanti diverse formazioni di calcio a 5 tutte guidate da allenatori qualificati, per cui penso che siamo sulla strada giusta, se crescerà il movimento i ragazzi arriveranno da soli nei nostri palazzetti.”
Nella scorsa stagione hai allenato l’under 19 della Futsal Alghero, svolgendo recentemente (con successo) anche il corso di Allenatore UEFA B che ti permetterebbe di allenare fino alla Serie A2: vedi ancora lontane le lusinghe della panchina o inizi a pensarci seriamente?
“Bella domanda che, non lo nascondo, in questi mesi estivi mi sono posto io stesso diverse volte! Ho avuto la fortuna di affrontare il corso Uefa B con un docente preparatissimo come Mister Diego Podda e mi è servito un sacco confrontarmi con lui e con i colleghi corsisti. Ho ancora tantissimo da imparare di questo sport ma allo stesso tempo amo talmente tanto questa disciplina che se fosse per me farei entrambe le cose come lo scorso anno (MA E’ DAVVERO MOLTO MOLTO FATICOSO!).” A 31 anni ho ancora voglia di mettermi in gioco e ancora qualche rivincita personale da prendermi in campo ! Finche il fisico e Mister Monti me lo permettono continuerò a giocare!”
Facciamo un gioco: Il neo mister Idili incontra un giovane Gip “calcettista”… Dove interverresti? Di cosa pensi abbiano bisogno i giovani che si affacciano a questa disciplina?
“Gip da giovane ha sempre seguito il Futsal con più piacere del calcio a 11! Mio padre mi portò a vedere qualche partita dell’Alguer calcio a 5 anni fa e rimasi incantato nel veder giocare i due nazionali colombiani (Alex e Luis); Da quel giorno in poi la mia voglia di calcio a 11 venne sempre meno e iniziai a seguire la Serie A su Raisport. Dovetti purtroppo aspettare la fondazione della Futsal Alghero per fare il tanto desiderato passaggio e i dirigenti non dovettero perdere molto tempo nel convincermi! Ai miei ragazzi lo scorso anno ho cercato di far capire che tutti e 12 possono terminare una gara con addosso l’aggettivo di protagonista. In questo sport non esistono “Titolari e Riserve”. Molti giovani calciatori arrivano a 15/16 anni vittime di divisioni in squadra A squadra B etc etc nelle rispettive società e dobbiamo dargli i mezzi perché inizino a pensare che tutti siano da squadra A. Alcuni addirittura arrivano a 17/18 anni senza una base di settore giovanile e bisogna lavorare tantissimo sotto l’aspettoecnico/cognitivo. Credo fermamente che sia d’obbligo lavorare sui gesti tecnici fondamentali di questo sport e sulla capacità di pensare e prendere decisioni in un tempo estremamente limitato. Un giocatore d’elite deve essere pronto a reagire a qualsiasi situazione gli si presenti davanti in questo che è uno sport caratterizzato per gran parte da transizioni.”
Ritorniamo al presente: dicevamo dei 31 anni, età della piena maturità. In cosa senti di dover/poter crescere ancora dal punto di vista calcistico?
“Mi alleno tutti i giorni per migliorare le mie prestazioni, non ho mai accettato di essere secondo a nessuno. Ho sempre avuto un problema nello sport cosi come nella vita di tutti i giorni e nel lavoro: la concentrazione! In questo sport non puoi permetterti cali di attenzione, i tempi e gli spazi non lo permettono e ogni distrazione può portarci a subire una rete avversaria.”
Durante questi anni di carriera (lungo la cavalcata trionfale che vi ha visti tra le altre cose anche campioni di Coppa Italia Regionale due stagioni fa), hai avuto la possibilità di confrontarti con diversi stranieri sia da compagno che da avversario; Da questa stagione, con la riforma che riguarda i “non formati” dalla Serie B in su, molti di essi scenderanno di categoria pur di giocare… Quale pensi possa essere l’impatto su i campionati regionali e come credi possa inficiare sul livello degli stessi?
“La società ha sempre investito nei giocatori stranieri e non posso che ringraziarli poiché Il 50% della mia formazione è avvenuto grazie alla presenza di molti di loro. Ragionano diversamente dai locali, hanno fame di alte prestazioni e pretendono il massimo da ogni compagno. Quasi tutti arrivano da settori giovanili di solo futsal per cui condividere il parquet con giocatori di questo calibro non può fare altro che migliorarti. In serie B la regola permette un solo “non formato” infatti molte società hanno avuto difficoltà nell’allestire rose lunghe. La serie C1 sarda è sempre stato un campionato di alto livello, molte squadre hanno inserito nei propri roster alcuni giocatori stranieri e ciò equilibra di molto il campionato, aiutando società meno esperte a crescere e a far crescere i propri gioiellini locali, perché non dimentichiamoci che in Sardegna ci sono formazioni che vantano tanti giovani di grande qualità in ottica futura.”
Siamo arrivati alla fine di questa (personalmente) interessante chiacchierata, grazie per il tempo concessomi; Ma ora arriviamo alla fatidica domanda: Chi vince tra Cardano 91 e Alghero?
“Te lo dico domenica!”
Grazie Gip, in bocca al lupo e FORZA ALGHERO!
Intervista a cura di Franco Coradduzza
Foto di copertina: Futsal Alghero
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